*26 dicembre 2018*
Matteo 10,17-22
_In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato»._
*Commento al vangelo*
Siamo ancora immersi con il cuore nella culla di Betlemme a contemplare il Dio che è nato e la liturgia già ci chiede di indossare il colore del sangue di Cristo e dei martiri. Strano modo di continuare a tenere accese le luci Natale? No! Ci viene data, semplicemente, la possibilità di riflettere sul motivo per cui Dio è nato e vive in mezzo a noi. Vivere le vicende della vita come se le vivesse attraverso di noi Gesù stesso, può darci la forza di reagire alle accuse e alle offese con il *perdono* e non con la vendetta.
Che sia Natale tutti i giorni.
Tanti auguri e buone feste. Vi voglio bene,
don Fabio.