Commento al vangelo del 23 novembre 2018
Luca 19,45-48
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
Questi pochi versetti del vangelo di oggi mi mettono in difficoltà perché, davvero, ogni parola è una sorgente per attingere acqua che disseta. Cercherò di non farmi prendere la mano.
L’evangelista Luca ci presenta l’episodio della cacciata dei mercanti dal tempio con pochissime battute, senza descrivere minuziosamente tanti particolari. Allora non soffermiamoci più di tanto sull’azione di Gesù, ma riflettiamo sulla reazione della gente.
Il gesto e le parole di Gesù suscitano nel cuore del popolo, della folla, della maggioranza delle persone, sensazioni profetiche: finalmente è arrivato il Grande Inviato di Dio che mette in ordine tutto e non ha paura di schierarsi contro il potere! Questo il pensiero della folla che ascoltava Gesù. Per capire bene se la persona che parla e agisce è un profeta di Dio o invece solo un bravo populista, dobbiamo considerare gli effetti delle sue parole nella storia e nel nostro cuore. Le parole di Gesù certo non generano odio, non spingono alla violenza, non incattiviscono il cuore delle persone, anzi sono parole e gesti che educano l’uomo all’amore verso Dio e verso il prossimo.
Oggi allora l’invito, cari amici, è questo: non seguiamo ciecamente coloro che, con parole e gesti, vogliono cambiare il mondo educando al razzismo, all’intolleranza e all’odio. Quanti di questi personaggi, non troppo lontani da noi, hanno deciso di proporre un cambiamento, che alla fine ha portato alla morte, alla guerra. Il rinnovamento che Gesù propone, invece, lo spingerà a dare la sua vita per noi. Gesù non ha armato di spade i suoi discepoli, non ha formato le persone all’odio, ma all’amore.
Vi prego di non percepire il messaggio evangelico come un “commento politico” e, quindi, relegarlo nell’angolo del cuore, dove mettiamo gli insegnamenti validi per gli altri. Il discorso di Gesù tocca la vita di tutti e la storia di tutti i giorni: partendo dalle relazioni familiari, passando per quelle della comunità parrocchiale, arrivando a quelle nella comunità civile. Ognuno di noi è sollecitato a riflettere davanti a questa parola.
Buona giornata. Un abbraccio
don Fabio.